Le riflessioni di Confai Bergamo sulle sfide del nuovo governo in agricoltura

Bolis (presidente): innovazione, sostenibilità e forte impulso verso l’integrazione del mondo rurale

“Integrazione delle filiere agroalimentari, modernizzazione delle strutture e innovazione nei processi produttivi al servizio di una sostenibilità a tutto campo del settore primario”: con queste parole Leonardo Bolis, presidente di Confai Bergamo e Confai Lombardia, ha inteso sintetizzare i temi che l’organizzazione delle imprese agromeccaniche e agricole considera meritevoli di attenzione prioritaria nell’agenda agricola del nuovo governo.

“Per stimolare una ripresa di competitività in agricoltura le imprese dovranno stare costantemente al passo con l’innovazione – osserva Bolis – ed il governo dovrà favorire al massimo grado l’accesso alle risorse tecnologiche più avanzate, accompagnate da adeguati processi formativi per gli operatori del settore. Nel contempo, meritano una riflessione approfondita le funzioni che il comparto agroenergetico potrà svolgere in una prospettiva di medio termine, nel quadro di un’agricoltura gravemente danneggiata dalla congiuntura economica internazionale”.

Tra gli auspici manifestati da Confai vi è quello di una sempre maggiore integrazione tra i diversi attori del mondo rurale e, in particolare, tra imprese agromeccaniche e agricole. “Tra gli apporti qualificati che le imprese agromeccaniche offrono al settore primario – ricorda il segretario provinciale di Confai Bergamo, Enzo Cattaneo – rientra senz’altro l’implementazione di tecniche agronomiche rispettose degli ecosistemi naturali in grado di coniugare sostenibilità ambientale ed efficienza dei processi produttivi. In tempi di crisi, le imprese dedite al contoterzismo agrario rappresentano inoltre uno dei pochi baluardi concreti di fronte al continuo incremento dei costi di produzione, divenuti ormai insostenibili”. 

In questa prospettiva – concludono i rappresentanti dell’associazione – il nuovo governo sarà chiamato a dare una celere risposta circa la necessità di aprire l’accesso ai fondi europei alle imprese agromeccaniche, in condizioni di parità con gli altri attori del mondo rurale.

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