Evitare l’effetto Tupperware: strategie per la sostenibilità futura dell’azienda

 Le aziende devono definire strategie per affrontare le attuali condizioni economico-finanziarie nazionali e internazionali. Il mercato è molto veloce e il rischio di bypassare degli step è molto alto. L’ultimo trimestre è cruciale per adottare azioni correttive e preventive che evitino il rischio di entrare in una situazione di difficoltà. 

“L’Italia sta diventando sempre di più un Paese dove prevalgono le attività di servizio, – asserisce Valerio Vimercati (Foto in alto), esperto di finanza e founder di Ratinglab – il costo del lavoro è alto e la produzione si sta spostando in Paesi come l’India, la Turchia, la Cina. Inoltre, gli investitori stranieri stanno facendo incetta di aziende produttive italiane che rappresentano l’eccellenza del nostro Paese. 

Considerando l’attuale contesto internazionale, economico e finanziario, le aziende sono costrette a innalzare drasticamente il livello di attenzione per affrontare in modo adeguato l’ultimo trimestre dell’anno. Spesso mi trovo di fronte alle aziende impreparate di fronte a un mercato che non perdona l’immobilismo e l’eccesso di fiducia nei risultati passati.

Un esempio eclatante è l’azienda storica Tupperware, costretta ad aprire la procedura di fallimento, una condizione che molto probabilmente non ha tenuto conto della velocità con cui è cambiato il mercato, ritrovandosi con un prodotto sovrastato dai competitor. L’azienda, infatti, secondo gli analisti non è stata capace di rinnovarsi, negli ultimi vent’anni ha adottato la stessa strategia di vendita, per esempio, il porta a porta. L’innovazione è un aspetto che deve essere considerato periodicamente, dall’azienda, per capire come continuare l’attività produttiva in modo florido e resistere alle intemperie del mercato.” 

Cosa sta succedendo

Dal 2022, l’indice di produzione industriale italiana ha subito un calo costante (fonte ISTAT https://www.istat.it/wp-content/uploads/2024/09/Nota_settembre_2024_finale.pdf), dovuto a tensioni geopolitiche come il conflitto tra Russia e Ucraina, che hanno influito negativamente sui rapporti commerciali e fatto aumentare i prezzi delle materie prime. Questo ha generato incertezza, riducendo la fiducia degli operatori economici e la domanda globale. In Italia, l’inflazione e l’aumento dei tassi di interesse hanno ridotto il potere d’acquisto delle famiglie e frenato gli investimenti, aggravando ulteriormente il rallentamento della produzione industriale.

Nonostante la riduzione dei tassi d’interesse rappresenti un segnale positivo, il suo impatto per l’azienda risulta marginale. In questo contesto, è fondamentale valutare strategie operative e finanziarie per ottimizzare le risorse disponibili nell’ultimo trimestre e pianificare il più possibile il 2025.

Gli errori più comuni che le aziende fanno in questo periodo dell’anno

  • Adagiarsi sui successi passati: un errore comune è basarsi sui risultati ottenuti fino a quel momento senza considerare l’evoluzione rapida del mercato. Le aziende devono invece adattarsi costantemente ai cambiamenti e sfruttare in modo proattivo tutti gli strumenti disponibili per mantenere competitività e flessibilità.
  • Mancata analisi dettagliata dei costi: spesso le aziende elaborano il budget per l’anno successivo senza un’analisi approfondita dei costi effettivi, trascurando la necessità di esaminarli nel dettaglio per garantire la loro accuratezza e aderenza alla realtà operativa. Aggiungendo anche quelli che si prevede entreranno in vigore nel 2025, come il nuovo obbligo relativo alla Polizza Rischi catastrofali che nel 2024 non era previsto.
  • Sottovalutare le previsioni di vendita per l’anno successivo, mancando di considerare le variabili economiche e di mercato che potrebbero influenzare i ricavi futuri.
  • Mancata definizione del livello di innovazione: le imprese non sempre pensano a innovarsi magari con un prodotto nuovo, trascurando di confrontarsi con la concorrenza e di allinearsi alle tendenze di mercato, limitando così il potenziale di crescita e competitività.
  • Negligenza nel determinare il punto di pareggio: un errore comune è non stabilire con precisione il punto di pareggio, non riuscendo così a identificare il livello di ricavi necessario per coprire i costi e prevenire perdite finanziarie.

In un contesto economico sempre più complesso e incerto, evitare questi errori e adottare strategie flessibili e proattive è fondamentale per garantire la sostenibilità a lungo termine dell’impresa. Le decisioni prese oggi determineranno la capacità delle aziende di affrontare con successo le sfide a breve e medio termine.

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